sabato 14 aprile 2012

Hitler era un dilettante - FMI e rischio longevità

Nel Global Financial Stability Report di aprile 2012 l'FMI dedica l'intero capitolo 4 agli impatti finanziari della longevità. Si parla effettivamente di rischio longevità. Ovvero l'aumento della durata media della vita è un rischio finanziario.


Sicuramente ho capito male le articolate considerazioni e grafici del rapporto, ma i termini usati nei titoli sono questi.


Ora sul piano semantico è stato fatto un salto enorme. Un conto è dire: "visto che la durata media della vita aumenta questo ha un impatto economico da gestire", un conto è parlare di rischio.  
La longevità è quindi passata in un rapporto ufficiale come un rischio finanziario: 
io, tu, tuo padre tua madre e i tuoi figli sono un rischio finanziario se vivono troppo.


Se lo hanno scritto così oggi, vuol dire che gli analisti sono anni che ormai hanno subito un mutazione culturale che, ogni cosa che fa sballare i conti, è vista come rischio.

Ad un rischio si risponde con due azioni contemporanee:
- si definiscono misure di adattamento (la situazione cambia e quindi devo modificare i miei comportamenti)
- si definiscono misure di mitigazione (a fronte del fenomeno in crescita devo ridurne la crescita)


Il rapporto dell FMI fornisce tutte le indicazioni per le misure di adattamento e suggerisce strumenti finanziari per gestirlo (stupendi al riguardo le figure relative ai Longevity Swap Transaction e i Longevity Swap Transaction di pagina 20 e 21, avevamo bisogno di strumenti finanziari nuovi).


E' impossibile che qualcuno non stia già definendo misure di mitigazione. 


Se la finanza vede un rischio non può non combatterlo: è come la rana e lo scorpione. Non è né buona né cattiva: è solo la sua natura.


E' quindi naturale che, con diversi livelli di consapevolezza, si stiano già definendo e attuando piani di mitigazione della crescita della longevità.


Questo il post di Debora Billi.

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